CENNI STORICI SULL’ORIGINE DI SANTA CROCE AD ORSOLONE E I SUOI RIONI

 

           

 Quella di Santa Croce ad Orsolone. o ai Camaldoli (data La sua posizione sulla collina omonima) è una delle storie complesse dei luoghi posti nel territorio esterno alle mura della città di Napoli, e per la mancanza quasi totale di prove monumentali per il periodo antico e perché coinvolge la storia dei Casali di Napoli e la loro attrazione; l'espansione del territorio della città fuori delle mura e quindi la dinamica dell'espansione del territorio urbano.

 La complessità deriva anche dal tatto che Santa Croce viene a trovarsi sulle pendici della collina dei Camaldoli, le quali, nello diverse esposiziOni da Oriente a Nord-Ovest.declinano sulla Pigna. Antignano, Arenella, Conocchia, Capodimonte, Chiaiano, Marano.

 Infatti d questa pluralità di esposizioni e confini che attraverso i secoli, viene a determinare punti plurimi di attrazione del luogo Santa Croce il quale, salvo il periodo in cui entra a far parte del territorio di Napoli come Villa o Villaggio. viene a trovarsi unito nel rapporto sociale e religioso a volte con Antignano o Arenella; a volte con la Conocchia; altro con Capodimonte o la sezione Stella o con Chiaiano.

            Se si pensa che ancora nel 1600 era il Parroco di Pianura dove le pendici di sud-est della collina scendono a strapiombo - che saliva a Nazareth per la sepoltura dei morti nella Cappella ivi esistente si può avere l'idea di come il territorio della collina veniva attratto dai luoghi e casali esistenti ai piedi dei vari versanti.

            Per tali ragioni è necessario esaminare, sia pure a grandi linee e per quanto possibile, come Santa Croce nasce, come viene attratta o attrae altri Luoghi posti sulle pendici o ai piedi delle pendici stesse della collina; come entra,  far parte del distretto dì Napoli e come se ne allontana, per poi ritornarvi ancora definitivamente nel 1926. come si trova ancor oggi.

 È noto come nel periodo storico antico la collina dei Camaldoli era considerata come il luogo più nascosto e remoto dei Campi Flegrei. tanto è vero che G.A. Summonte nella sua Storia della Città e Regno di Napoli per giustificare l'ètimo (origine)di Partenope, riporta un fatto che sa di favola.

Riporta, infatti, che Parchinio Troiano, rimasto associato dai Latini, nascose i suoi tesori, parte in città e parte sulla collina di Capodimonte. nel luogo detto “Nazareth

 Da ciò egli fa derivare il nome di Partenope, cioè "Parten-opes" parte del tesoro. Furono, poi, i Greci a chiamare "Napoli" la città. E' noto, ancora, che la città antica di Napoli come Cuma, Capua ed altre, era cinta da mura, e quindi oltre ad avere il territorio , terno così recintato. ne aveva uno aste, no che. aum verso i tempi. si conferma nella funzione di pertinenza, cioè come territorio posto al servizio della città.

Noi. oggi, diciamo che il territorio della città, con quello dei Comuni che da essa dipendono oche sono posti nel territorio di pertinenza, forma la provincia di Napoli, ma fino al 1806, Ia provincia di Napoli non esisteva, perciò la città di Napoli faceva parte, assieme ad altre, della vasta provincia di Terra di Lavoro.

Fuori le mura, sempre per difesa. vi era il fossato,  e poi il campo, cioè una zona disalberata e disabitata che nel 1500 si trovava disseminata da mine a fornello.  Nelle mura si aprivano le porte che immettevano sulle vie di comunicazione con le città vicine, tra cui le Porte Nolana e Capuana che portavano a Nola e a Capua. 

Ed era proprio lungo tali strade che sorgevano. Naturalmente dopo campo. specie negli incroci con vie interne, i casali, cioè gli insediamenti di uno o più gruppi di famiglie a carattere agricolo o silvo-pastorale diversi dei quali, nel tempo, si organizza vano in centri abitati qualificati con mulino, forno, taverna e Chiesa, diventando in seguito anche comuni, autonomi aspetto alla città nel cui territorio di pertinenza venivano a trovarsi.

 Il nome greco del "Casale" era vico o pago, villa per i Romani. E' probabile che il nome casale derivi da casati che erano contadini terziatori o parzionari ai quali attorno all'VIII o IX sec. i monasteri affidavano i loro terreni. con l'obbLigo di risiedere sul posto per coltivarli.

Nel periodo storico più antico è da escludersi [esistenza di rapporti sociali ed economici della città di Napoli con i territori posti al Nord; tanto è vero che mancavano vere e proprio strade di allaccio con i territori esistenti in tale direzione. E ciò è esatto, in quanto i territori posti dietro le colline di Capodichino e Capodimonte erano attratti da Cuma, Pozzuoli e Capua. poi anche Literno, Acerra, Atella e Volturno.

È probabile, pertanto, che i primi insediamenti di famiglie a carattere silvo - pastorale, sulla piana dell'Orsolone, si siano avuti nel periodo romano con l'assegnazione di terre ai coloni, o dopo il potenziamento della zona FIegrea. particolarmente di Fuorigrotta ed Agnano. nel periodo imperiale.

Ed è proprio la via Miano-Agnano che, con molta `probabilità, ebbe a determinare gli insediamenti sulla detta piana dell'Orsolone, in cui trovasi il luogo SANTA CROCE.

La conferma ci viene da un ritrovamento archeologico cui un'antica lapide sepolcrale che, come riferisce il Capaccio fu trovata nel casale di Santa Croce, riportante il seguente: "ET CORNELIAE FELICULAE UXORI"

 Non bisogna tralasciare l'importanza della eletta via Miano-Agnano. Infatti, proprio in prossimità della attuale

caserma dei Bersaglieri. a Miano, doveva esservi l'incrocio di diverse strade: una proveniente da Casoria. altra da Melito altra dai Ponti Rossi-Capodichino, altra ancora da Calvizzano. Ed era dalla stessa via Miano-Agnano che si dipartiva il ramo per scendere alla Sanità per via S. Antonio ai Monti, nonché quello dalla Conocchia allo Scudillo per raggiungere la stessa vallata della Sanità, e più oltre quello per le due Porte.

Vuole qualche autore che addirittura il luogo dello Scudillo "dovette essere frequentato in certo periodo dagli antichi; anzi suppongo che non fosse molto di là remoto qualche piccolo ramo che derivava dalla via Appia. Argomento ciò da un antichissimo Columbario. ossia nobile sepolcro familiare del più elegante gusto romano. il quale, quantunque disfatto e maltrattato rimaneva tuttavia in piedi nella masseria stata dei Padri di S. Caterina a Formiello sul piano detto Scudillo; avveniva che non solevano, siccome e noto, gli antichi ergere tali columbari molto lungi dalle strade pubbliche e da quei luoghi. che in certo modo erano frequentati. 

            È da concludere, pertanto, che gli insediamenti di famiglie o gruppi. che poi determinarono la *`villa dell'Orsolone di cui S. Croce era un luogo, si verificarono proprio perché il territorio era attraversato nel limite di confine verso Capodimonte-Conocchia dalla via Miano-Agnano, che qualche storico vuole come esistente prima del periodo romano, da cui, dallo Scudillo. si dipartiva la diramazione per la Conocchia. e che trovava, poi, all'altezza di Cappella Cangiani, la confluenza di numerose vie di lava, corre quella che scendeva a Due Porte, l'altra che scendeva nel Cavone, l'altra nella selva di S.Giacomo e che convogliavano in gran parte le acque che defluivano dalla collina dei Camaldoli specie dall'attuale via  Ignazio di Loyola.

            L’insediamento dovette avvenire perché il territorio è ameno e vi si respira buona aria, specie verso il luogo di S. Croce, che trovasi anche riparato, a differenza di Nazareth, dove l'aria era malsana. 

 

CONOCCHIA E  IANULA NEL DUCATO NAPOLETANO

 

Il Capasso, per tale periodo, riporta i colli che dopo il Vomero ed Hermo, da occidente a settentrione, erano sopra la Città, nonché i Casali situati sui colli stessi.  Dopo il Vomero ed Hermo, egli afferma. abbiamo, Antignano e la Conocchia. Torricchio e Capodimonte.  Precisa, ancora, che sopra Antignano vi era il luogo detto Babulia nome greco che significa "Prospetto", mentre sopra Capodimonte vi era lannula o lanula, su cui si trova S.Croce. Il periodo del Ducato è quello che inizia quando i Longobardi, conquistate Napoli, Benevento. Capua e Salerno. eliminarono i Presidi ed i Consoli che erano a capo ditali città. sostituendoli con un magistrato unico denominato Duca, e che durò fino al 1140.

            Il luogo di "Babulia" doveva trovarsi verso la vetta dei Camaldoli, come può desumersi dal fatto che quando fu costruita ivi la Chiesetta del Salvatore, questa fu chiamata del “Salvatore a Prospetto".  Da numerosi atti pubblici riguardanti donazioni, divisioni, permute e vendite di proprietà e terreni dell'epoca, si può avere un'idea abbastanza chiara del territorio di "lanula" e della "Conocchia". In un atto rogato il 16 febbraio del 932 viene trattata, tra l’altro. la divisione di un fondo in  "lanula" nominato "Cuniulum posito in memorato loco lanula" Conoscendo noi che il "Cognulo" - luogo, questo, dove nel periodo fascista sì eseguivano condanne per fucilazione - si trova sulla piana del latifondo dell'Orsolone, dobbiamo concludere che il Luogo o il casale di  "lanula" comprendeva con molta probabilità, il vasto territorio della piana e coste fino ai Camaldoli e che S. Croce taceva parte di "Ianula".  Circa la "Conocchia" non vi è dubbio che tale luogo o casale confinava con "lanula" e che si trovava nella parte inferiore, cioè verso Capodimonte   della via Agnano- Miano.

            Da un atto deI 1066 risulta che Gregorio. figlio di Pietro Ursi e marito di Teodomanda. detto "Comite Maurone" donò alla Chiesa di Santa Restituta nel Duomo di Napoli un fondo detto "a meerano" nel luogo denominato "Conucola" cioè Conocchia. Da quanto riporta il Capasso. si argomenta che nel periodo Ducale la Conocchia attraeva o era attratta da Antignano mentre, dopo che Napoli, Con gli Angioini. divenne capitale del Regno, essa fu attratta verso il lato di Capodimonte fino al punto che, nel 1660. troviamo che il casale. come Comune autonomo, si riunisce a quello di S.Croce. 

E in epoche successive, si diceva, con riferì mento a s. Croce: "S.Croce alla Conocchia". La conferma che il territorio di Orsolone con S. Croce si chiamava "lanula" ti viene anche dalla visita del Cardinale Filomarino nel1646 allorché, a proposito della Cappella di S Croce, si precisa che di tale Cappella avevano pensiero i convicini che abitavano sopra "Iano".

Può venirci ancora dal fatto che per la calata di "Iano" si scendeva per Marano a Qualiano, cioè all'antica "Caloiarum".  Non sappiamo, con esattezza, perché il luogo chiamavasi "lanula" o "lano" forse perché trovavasi nel territorio che si estendeva fuori la Porta Donnorso esistente a S.Pietro a Maiella  cioè "extra lanula Domini Ursitate" o per l'esistenza di qualche porta a Ponte Caracciolo; o perché essendo la collina dei Camaldoli la più alta della zona dei Campi Flegrei di cui fa parte e dI cui è un vulcano spento rappresentava, in antico, il Gianicolo di tale zona. Ciò non deve meravigliare perché nel tratto collinare Vomero-Capodimonte vi era anche Limpiano (Olimpo).

 

IL CULTO DELLA SANTA CROCE A NAPOLI NEL REGNO, IN ITALIA E ALL'ESTERO

 

Nella Chiesa di Napoli il culto della Santa Croce era dIffuso.  Nel dire Santa Croce si faceva riferimento a S. Maria della Croce.  Attorno al 1000 vi era una Chiesa di "S. Gruge in Forum " a piazza dei Gerolomini. dove vi era la diaconia di Giorgio ad Forum e quella di S. Simeone. col titolo dei SS. Cosma e Damiano. Altra Chiesa di S. Croce trovavasi ai Mercato nuove cioè in Foro Magno e fu costruita sul posto dove fu decapitato Corradino di Svevia. Altra si trova ancora a S. Agostino alla Zecca . Nel 1500, tra le 164 Cappelle che Maria. Annibale Capua [ecc demolire per La riforma delle circoscrizioni parrocchiali di Napoli, troviamo quelLa di S. Croce ai Ferri Vecchi a S. Marcellino a Pendino. che servirà noi a dotare. n1688, la Parrocchia di S. Croce ad Orsolone: ed ancora Croce dentro la casa del fu Marchese D'Oria; S.Croce Portanova;  S. Croce nel fabbricato del Conte di Mataluni. Vi era inoltre, la Chiesa di S. Croce di Palazzo (reale) cioè di S. Maria della Croce di Palazzo che. anteriormente all'epoca di Re Roberto. fu prima un oratorio e poi e poi unito, nel 1327, alla Cappella di S. Luigi di Palazzo. ora S. Francesco di Paola a piazza Plebiscito.

            Fu la Regina Sancia ad ampliarla unendovi un convento di terziario clarisse: e li dopo la morte di Re Roberto, nel 1344. Sancia andò a rinchiudersi.  Vi erano anche Chiese dedicate al Crocifisso, dette di S. Croce. Coi nel 1534 i coniugi Andrea Sbarra e Cremona Spinelli fondarono un monastero d Suore Carmelitane con La Chiesa dedicata al Crocifisso. simile a quella che si trovava a Lucca, per cui fu detta Chiesa di S. Croce di Lucca.

            Espropriate, poi, le terre di S. Croce di Palazzo e quelle di S. Luigi dei PP. Minimi vi furono costruiti i due attuali grandi Palazzi. Vi era anche una Chiesa di S. Croce nel Gaudo nei pressi del Lago Patria. Nel Regno di Napoli diversi erario i luoghi o i casati denominati S. Croce. Così, ad esempio S.  Croce del Vallo di Vitulano, S. Croce di Morcone (Molise), S. Croce di Capitanata. S. Croce di Sassovivo. S. Croce al Circello Scaffidia (vedi A.S.N. - voI. 118 ecc.).

            Vi erario. poi il Casale di S.Croce quello di S. Nicola e Casaforria a Marigliano. In Italia vi è S. Croce sull'Arno (Firenze), S. Croce in Bassano del Grappa. All'estero: in Bolivia. S. Cruz, ecc. Quando la Cappella di S. Croce sarà eletta a Parrocchia nel 1668, per distinguerla si dirà: S.Croce nel luogo Orsolone.

 

IL NOME DI SANTA CROCE NEL LUOGO ORSOLONE

 

E certo che il luogo si chiama "S.Croce" per I'antica cappella della S.Croce esistente sul posto già prima del 1688, epoca in cui fu eretti a Parrocchia. Fino al 1805,  per le città e i casali, la parrocchia era luogo di preghiera. di festa, cimitero, municipio, sia ufficio anagrafico che di stato civile non solo, ma in essa, e successivamente nelle Arciconfraternite contigue, si riunivano il sindaco e gli eletti.  Nello spazio antistante, si riuniva il popolo per elegge i suoi rappresentanti e per deliberare gli atti dell'amministrazione comunale. Quindi, la Chiesa a formare la coscienza municipale del popolo, fin quando cori a Rivoluzione Francese, la Repubblica Partenopea nel 1799 e il decennio deII'occupazione militare francese popolo cominciò ad allontanarsI  dalla chiesa e a portare fuori di essa il municipio. cimitero, le feste, per seguire il cosiddetto periodo civile.

 E' noto che nel periodo longobardo o noi Ducato napoletano, molte furono lo donazioni fatte alle chiese e ai monasteri. le cui proprietà terriere finirono col determinare i rami di alcuni casali. così per S.Croce. Da un atto rogato il 10 ottobre 1130 si rileva che Sica e Drosa, figlie di Cesario Calli, detto "Bacchettone",  permutarono con Gianbattista Salernitano, un terreno nel luogo detto "Publicati et Lamme Claulanum" cioè di PoIvica e lave di Chiaiano vicino al Cavone di Pesaturo. L'appezzamento di terreno confinava, tra l'altro, ad oriente con la terra della Chiesa di S. Croce della regione "Forurn" cioè al Mercato Vecchio. da cui aveva ingresso. Da ciò si argomenta che la Chiesa di Sarda Croce possedeva un fondo che dalla via Croce di Polvica si estendeva fin sopra ed oltre l'attuale cimitero di Chiaiano. verso i  "Calori" per cui luogo che ci interessa venne a trovarsi sopra il detto fondo di S. Croce o nel fondo stesso (R.N.A.M. -131 e 132 D.C. ) La stessa Chiesa possedeva altra masseria a Marianella e chissà quante altro doveva possederne sulle pendici dei Camaldoli, verso l'Arenella e altrove, per cui la cappella a "Ianula", poi Orsolone. o perché si trovava al di sopra della masseria di S. Croce e perché sul luogo doveva esserci altra propre1J di S. Croce. tini col chiamarsi Cappella "in loco Sante Cruge"

 Mentre, però, è facile conoscere le origini deL toponimo del luogo  di S Croce, così non per "Orsolone". E' certo che il luogo già nel periodo ducale si chiamava "Ianula" come è certo che già nel 1646 il nome si era trasformato in “Orsolone". 

La denominazione potrebbe derivare dal fatto che la zona, fino allo Scudillo e, forse, oltre era indicata come "extra Ianula Domini Ursitate" , cioè fuori la porta Domini Ursi  o "Donnoroso" che esisteva, come già detta. a S. Pietro a Maiella, oppure dalla proprietà sul luogo della famiglia Ursi o Orsi cioè di quel Pietro Ursi, detta "Comite Maurone" il cui figlio Gregorio, nel 1066. donò alla Chiesa di Santa Restituta nel Duomo di Napoli un fondo alla Conocchia, allo scopo di godere delle preghiere che i sacerdoti o chierici recitavano in detta Congregazione. Tale  tondo confinava con gli eredi di Maio. che fino a pochi anni fa possedevano iL fondo verso & Croce dove attualmente è stato costruito il Nuovo Policlinico. Comunque nulla è certo.

Né deve meravigliare se Ursi diventa Ursone. Ursitate e  Orsola diventa Orsolone (nel basso dialetto Urzolone o Orzolone). Era uso, a Napoli. trasformare Io parole sdrucciole in piane, allungandole, e cosi Ursi diventava Ursone o Usitate, PoIvica  “Pubblicato”, Beia  "Beiarra", Giafa "Giafarra", ecc.

 


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